Sul Referendum “No Triv”

23 Marzo 2016
di Mario Cioni
Qualche giorno fa mi è capitato di sentire su radio tre un interessante dibattito sul referendum del 17 Aprile prossimo.
L’intera trasmissione è riascoltabile a questo link:

http://www.radio3.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-996f2074-f4b2-4247-a876-f2b3b4367924.html

I quesiti referendari che erano stati ammessi dalla cassazione erano 6 ed erano stati proposti da 10 regioni, alcune delle quali governate dal PD. Le regioni avevano visto nel decreto “Sblocca Italia” (Legge n 164/2014) uno strumento per aggirare i vincoli che le suddette regioni avevano posto alle concessioni per l’estrazione di idrocarburi. IL testo dei referendum proposti è visionabile al seguente link:
http://www.notriv.com/2015/10/17/verso-il-referendum-focus-sintetico-sui-quesiti-referendari-no-triv/
Il Governo Renzi ha accolto cinque dei sei quesiti referendari per cui il prossimo 17 Aprile voteremo solo per il seguente quesito:
“Volete voi che sia abrogato l’art. 6, comma 17, terzo periodo, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, “Norme in materia ambientale”, come sostituito dal comma 239 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di Stabilità 2016)”, limitatamente alle seguenti parole: “per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale”?”.  Il quesito è promosso da 9 regioni (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise), che rappresentano anche il comitato ufficiale per il SI.
La portata del quesito è quindi piuttosto limitata. Si tratta di decidere se le concessioni minerarie già in essere entro le 12 miglia debbano essere considerate a scadenza oppure fino ad esaurimento dei pozzi.
Nel merito io non vedo perchè le concessioni non debbano avere una scadenza dopo la quale può anche essere rinnovata, magari con vincoli diversi se le condizioni operative fossero cambiate.
Da un punto di vista un po’ più generale, vorrei far notare poi che la Conferenza di Parigi, chiusa tre mesi fa avrebbe stabilito che deve essere programmata la sostituzione delle fonti fossili di energia in misura considerevole da qui al 2050. A tendere l’obiettivo dovrebbe essere la completa sostituzione delle fonti fossili. Al di là delle dichiarazioni trionfalistiche ai vertici sul clima anche i governi cosiddetti progressisti non sembrano preoccuparsi del clima, si preoccupano invece di favorire le compagnie petrolifere.
In definitiva io credo che sia stato utile che le regioni abbiano messo un freno alla forzatura che Renzi aveva imposto con il decreto “Sblocca Italia”. Credo poi che la discussione sull’ultimo quesito rimasto sia utile a prescindere dall’esito della votazione.
Quanto all’analogia con il referendum sul nucleare l’unica è che allora i partiti di governo diedero indicazioni per il sì perchè le lobbies dei combustibili fossili ne avrebbero ricavato un guadagno, adesso le stesse lobbies sono per il no e il loro partito di riferimento (il PD) non trova di meglio che promuovere l’astensione.
Tutto questo per dire che voterò sì.

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