Quale strategia per chiudere il ciclo del carbonio – Le indicazioni emerse durante la COP21

29 Gennaio 2017

Intervento a cura di Giovanni Vallini

Carbon in soil Geoderma 292 (2017) 59–86

Quanto riportato nell’articolo rientra in una Azione, precisamente la Lima-Paris Action Agenda (LPAA) (http://newsroom.unfccc.int/lpaa/agriculture/join-the-41000-initiative-soils-for-food-security-and-climate/), sponsorizzata dalle Nazioni Unite, dall’UNFCCC (United Nations Framework Convention on Climate Change – http://newsroom.unfccc.int/) e fa seguito alle iniziative messe in essere con COP21 (http://www.cop21.gouv.fr/en/). Frequentando i siti web sopra citati, è possibile avere un’idea delle strategie promosse per l’implementazione del carico di carbonio nei suoli di qui ai prossimi anni. Per quanto riguarda il possibile impatto negativo derivante dall’aumento della dotazione di sostanza organica nei terreni, c’è da dire che nel corso degli ultimi 70 anni, i suoli agricoli – con l’avvento della meccanizzazione diffusa, con il generale ricorso alla fertilizzazione chimica, con il mancato reintegro di ammendanti organici (letamazioni e sovesci) – sono andati incontro ad una progressiva “desertificazione” (i.e. perdita spinta della componente organica), dovuta alla “combustione” (i.e. spinta mineralizzazione per ossidazione a seguito di ripetute lavorazioni) del carbonio organico in essi contenuto. Perciò, se impatti negativi possono esser lamentati sono sicuramente quelli derivanti proprio dal depauperamento del carbonio rispetto alla dotazione originaria dei terreni.

70 Comments

Lascia un commento