Franco Donatini
Presidente Associazione Energia Ecologia Economia
In un momento in cui l’attenzione è focalizzata sul problema epocale del cambio climatico in occasione della conferenza di Parigi, desidero porre l’attenzione a un aspetto altrettanto grave e purtroppo meno sottolineato che è rappresentato dalla mortalità legata alle emissioni nocive alla salute dell’uomo. L’Italia sotto questo profilo ha un triste primato. Il rapporto dell’Agenzia per l’ambiente europea segnala 84.400 decessi nel 2012, anno particolarmente critico, su un totale di 491mila a livello europeo. Secondo questi dati, nel nostro paese, 59.500 decessi prematuri sono attribuibili al particolato fine (PM 2.5), 3.300 all’ozono (O3) e 21.600 al biossido di azoto (NO2). Un primato negativo che l’Italia detiene insieme alla Germania, pur avendo una popolazione relativamente più bassa. L’Italia invece è quella che ha fatto di più in questi ultimi anni nel campo della riduzione delle emissioni di gas Serra soprattutto per quanto riguarda la generazione di elettricità che per circa il 40% viene prodotta da fonti rinnovabili, due facce contrastanti della medaglia relativa alle problematiche energetiche.
L’elevato inquinamento in Italia, dovuto a sostanze tossiche per l’uomo, si registra nelle città ed è legato, sostanzialmente in misura equivalente, al traffico e agli impianti di riscaldamento locali. Il traffico e gli usi termici sono proprio i settori energetici in cui si è fatto di meno per lo sviluppo di fonti pulite. La città diventa così il contesto dove concentrare gli interventi per realizzare un ambiente pulito. Gli strumenti per vincere la sfida sono la mobilità elettrica, sia individuale che soprattutto collettiva, e l’uso del teleriscaldamento e delle pompe di calore per ridurre drasticamente le emissioni locali.
Le tecnologie esistono e si tratta di applicarle, contestualmente a un ripensamento delle città dal punto di vista dell’assetto viario, della configurazione urbanistica e dell’adeguamento dei servizi e delle strutture abitative.
Anche la nostra città, seppur in misura inferiore, non è assente da questi problemi. Oltre cinque anni fa e stato pubblicato sul numero di LOCUS dedicato ai progetti del PIUS, un mio articolo che vi ripropongo e che mostra come interventi, non così complessi come si potrebbe immaginare, possono trasformare Pisa in una città rinnovabile. L’articolo fu accolto con grande entusiasmo dall’amministrazione cittadina, ma oggi, pur con alcuni passi avanti sul piano della mobilità e delle soluzioni urbanistiche, molti passi restano ancora da fare.
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