Come noto la validità del Referendum richiede che ad esso partecipi almeno il 50/100 degli aventi diritto al voto.
In teoria, essendo stato proposto un quesito al Popolo Italiano, questo dovrebbe esprimersi apertamente partecipando al voto in modo da permettere di stabilire l’opzione maggioritaria. La pratica e’ ben diversa.
La serietà e il seguito che avrà la proposta referendaria si MISURERANNO proprio dalla partecipazione al voto: un quesito poco comprensibile e di scarsa rilevanza pratica provocherà una forte astensione, al contrario di un problema sentito e rilevante, pensiamo al referendum sul divorzio!
Ma anche per un quesito poco rilevante i sostenitori del SI andranno in grande maggioranza a votare, al contrario dei sostenitori del NO, che in maggioranza si asterranno! Avverrà quindi che i sostenitori del NO che andranno a votare di fatto aiuteranno solo a raggiungere il Quorum, procurando la sconfitta certa del loro parere.
In pratica, quindi, i sostenitori del NO potranno affermare la loro scelta più efficacemente astenendosi.
E’ pur vero che la scelta dell’astensione può apparire antidemocratica e, come tale, con difficolta’ potrà essere sostenuta apertamente da un Partito. Ma non è antidemocratica, proprio perché la serietà del Referendum si misura in pratica dalla partecipazione e quindi non è giusto ascrivere la forte astensione, che comunque ci sarà, a vantaggio del SI mentre in realtà e’ largamente un voto NO!
Si otterrebbe l’esito antidemocratico di far risultare maggioritario il parere di una minoranza!
Nella fattispecie il Quesito non ha la forza di imporsi come rilevante per la maggioranza del popolo. Quindi è opportuno che anche i sostenitori del NO si schierino apertamente per l’astensione, senza tema di essere tacciati per antidemocratici!!
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