di Mario Cioni
16 Luglio 2016 Renzi al Tigem di Napoli
«Napoli è la capitale del futuro»
«Napoli è capitale del futuro a condizione che ci creda e ci credano gli abitanti di questo territorio, e l’investimento che facciamo su Bagnoli ha come obiettivo fare di questi luoghi terra di richiamo internazionale». Il premier ha poi allargato il discorso. «L’Italia può individuare un modello di sviluppo e qualità della vita che l’hanno fatta grande» e può essere «protagonista per un’Europa migliore», ha ammonito. «Il futuro è considerato una minaccia e abbiamo buoni motivi per essere preoccupati Il futuro sembra una minaccia, ma l’Italia può tornare ad abitare il futuro».
«Ricerca, il vento è cambiato»
«Sul tema della ricerca il vento è cambiato. I soldi ci sono, spendeteli bene, ne va del futuro del nostro Paese», afferma il premier, rivolgendosi alla platea dei ricercatori del Tigem per parlare di quella che indica come la grande sfida per il futuro. «Non vi farò il solito discorsetto che avrete dei fondi dal governo. I soldi per la ricerca li abbiamo già messi, ora si tratta di spenderli bene.
Ricerca e Sviluppo
Per il 2014 i dati di previsione indicano una diminuzione della spesa per R&S a valori correnti (-1,0% rispetto al 2013), dovuta a flessioni nei settori dell’università (-5,9%) e delle istituzioni non profit (-2,7%), e ad aumenti nelle istituzioni pubbliche (+2,3%) e nelle imprese (+0,7%). La spesa per R&S in termini reali dovrebbe invece calare dell’1,8%.
Per il 2015 ci si attende una diminuzione della spesa del 2,9% sul 2014 nelle istituzioni pubbliche, un aumento dell’1,3% nelle istituzioni private non profit e un aumento dell’1,0% nelle imprese (non sono disponibili i dati di previsione per l’università).
Gli stanziamenti per la R&S delle Amministrazioni Centrali e delle Regioni e Province autonome, pari a 8,1 miliardi di euro per il 2014 (previsioni iniziali di spesa), sono in calo rispetto al dato di previsione di spesa assestato del 2013 (8,4 miliardi di euro).
http://www.istat.it/it/archivio/175999
Un governo ostile alle fonti rinnovabili?
È il quadro che emerge dal rapporto “Rinnovabili nel mirino” pubblicato oggi da Greenpeace sui provvedimenti attuati dal governo Renzi a sfavore del fotovoltaico e dell’eolico, che hanno già portato a una fuga di investimenti, alla perdita di migliaia di posti di lavoro e a nessun beneficio sulle bollette degli italiani.
Secondo i dati riportati nel rapporto di Greenpeace, per esempio, nel 2012 erano entrati in esercizio quasi 150 mila nuovi impianti fotovoltaici, mentre nel 2014, anno di insediamento del governo Renzi, i nuovi impianti entrati in esercizio sono stati appena 722. Purtroppo non va meglio con i posti di lavoro: secondo uno studio redatto da Althesys per Greenpeace, in Italia entro il 2030 si potrebbero garantire oltre 100 mila posti di lavoro nel settore delle rinnovabili – cioè circa il triplo di quanto occupa oggi Fiat Auto in Italia – mentre, al contrario, nel 2015 se ne sono persi circa 4 mila nel solo settore dell’eolico.
E mentre si tagliano gli incentivi alle rinnovabili, aumentano quelli alle fonti fossili. Il rapporto di Greenpeace cita il Fondo Monetario Internazionale, secondo cui nel 2014 l’Italia si è piazzata al nono posto in Europa per finanziamenti a combustibili fossili, con 13,2 miliardi di dollari, dato in crescita rispetto ai 12,8 miliardi del 2013.
http://www.greenpeace.org/italy/it/ufficiostampa/rapporti/Rinnovabili-nel-mirino/
Due articoli sono comparsi nel numero di Giugno di Nigrizia.
Si riferiscono alla recensione di due libri, uno relativo alla politica dell’ENI in Africa, l’altro alla visione di un economista non mainstream come il gesuita Gael Giraud.
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