Alberto Clô, Energia e clima – L’altra faccia della medaglia, Il Mulino, 2017, pp 251
Un libro complesso, con una poderosa bibliografia, denso di dati e di prese di posizione di vari attori pubblici e privati coinvolti a vario titolo nel settore energia/clima, prese di posizione sulle quali l’autore non manca di esprimere il suo parere cercando sempre di tenere d’occhio il fondamentale aspetto economico . Così se la prende con i catastrofisti mettendo in evidenza come sinora le loro previsioni più o meno apocalittiche si siano rivelate inconsistenti, e ironizza con i fautori della decrescita più o meno felice, ma, pragmaticamente, afferma già nelle prime pagine che: “L’esplosione della crisi economica e la lunga stagnazione che ne è seguita – col rischio che possa divenire «secolare» se non si modificheranno le politiche di risposta – hanno d’altra parte reso evidente che la crescita non può perdurare indefinitivamente; che non è possibile dar per scontate condizioni di vita che si ritenevano permanenti; che una modifica di quel che si indica come «modello di sviluppo» sia ineludibile. (p.20)
In più passaggi l’autore sottolinea come una politica che si ammanti di slogan ambientalisti senza un governo serio, a tutti i livelli, nazionali ma soprattutto internazionali, dei processi di transizione energetica, oltre che ipocrita possa risultare controproducente e dannosa. A questo proposito valga per tutte la citazione del caso dell’”ultra verde Olanda che sta aumentando l’impiego del carbone per alimentare le auto elettriche” (p.187).
Ma il tasto su cui Clô batte più insistentemente in tutto il libro, il fil rouge che attraversa tutti i capitoli è sintetizzato nel titolo di un paragrafo del primo capitolo: ”Farla facile”. Così non si stanca di ricordarci e di ricordare soprattutto a chi ha la responsabilità a tutti i livelli di prendere decisioni che : ”la transizione energetica è un percorso complesso, lungo, costoso che difficilmente potrà compiersi in tempi compatibili con gli obiettivi fissati a Parigi” (p. 220). Insomma un libro interessante , pragmatico, che affronta i temi dell’energia, compreso quello importantissimo della povertà energetica che affligge tuttora una ampia porzione dell’umanità, e il tema fondamentale e indifferibile dei cambiamenti climatici, senza pregiudiziali ideologiche. Un libro difficile perché pieno di dati e argomenti e quindi un libro difficile anche da sintetizzare. Volendoci provare si potrebbe tentare di dire che l’autore, preso atto che i cambiamenti climatici son un (il?) pericolo incombente esorta a prendere decisioni rapide ma inserite in un contesto coerente e sistematico perché “Più il tempo si allunga più si accrescono i rischi dell’avverarsi dei temuti effetti dei cambiamenti climatici” (p.114) e “L’Accordo di Parigi ha rappresentato un grande risultato politico-diplomatico nella comunità internazionale per aver conseguito l’universalità dei consensi e una presa di coscienza collettiva sui rischi dei cambiamenti climatici. La via della transizione energetica verso la decarbonizzazione e l’abbattimento del surriscaldamento terrestre va perseguita con urgenza, determinazione, continuità pur nella consapevolezza che un mondo zero-carbon allo stato delle conoscenze può essere un «ideale di riferimento» cui tendere ma non un possibile approdo finale” (p. 220).
Gian Cosimo Grazzini
11.2.2018
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