Accordo di collaborazione tra India e Giappone sulla tecnologia nucleare a scopo civile

21 Novembre 2016

di Oriolo Francesco

Venerdì 11 novembre é stata una data storica per il Giappone e l’India che hanno firmato un accordo di cooperazione sull’uso della tecnologia nucleare in campo civile. La stretta di mano tra il premier nipponico Shinzo Abe e il primo ministro indiano Narendra Modi ha sancito la collaborazione tra il Paese che ha sofferto due bombe atomiche e un Paese che non ha ancora firmato il Trattato di non proliferazione nucleare (NPT). Quando, nel 1968, é stato approvato dall’Assemblea generale dell’ONU il NTP, solo cinque paesi (Stati Uniti, Unione Sovietica, Regno Unito, Francia , Cina) erano in grado di costruire e fabbricare armamenti nucleari. Detto trattato é entrato in vigore nel marzo 1970 e l’ India lo ha sempre avversato, per il suo aspetto discriminatorio. Il trattato prevede che gli Stati in possesso di armamenti nucleari si impegnino a non cedere a terzi materiale fissile e tecnologia nucleare e proibisce agli Stati firmatari non-nucleari di ricevere o fabbricare tali armamenti o di procurarsi tecnologie e materiale utilizzabile per la costruzione di armamenti nucleari . Dal1974 l’India ha dimostrato la propria capacità tecnolgica di fabbricare e trasportare ordingni nucleari.  L’India ha sempre auspicato una transizione a un mondo libero dalle armi nucleari: nei fatti da oltre venti anni persegue una politica di non proliferazione e nei fatti rispetta il NTP che non ha firmato. Il patto tra India e Giappone apre la strada all’esportazione verso l’India di tecnologia, combustibile e attrezzature giapponesi, e permette all’India di sviluppare la tecnologia nucleare in campo civile. Il premier Abe ha dichiarato che questo accordo é frutto di un nuovo clima di fiducia reciproca ed è un impegno a costruire una partnership forte per le energie pulite , per contrastare i cambiamenti climatici , per una crescita durevole dei due paesi. Inoltre viene assicurato un ruolo responsabile dell’India nell’uso pacifico dell’energia nucleare, confermato da una clausola che prevede la sospensione della collaborazione da parte di Tokyo se l’ India violasse l’impegno per una moratoria sui test atomici, sottoscritto nel 2008. L’accordo é stato negoziato perun periodo di sei anni. L’India per oltre 30 anni é sta esclusa dal commercio internazionale di impianti e combustibile nuclere, per non aver firmato il NTP. L’accordo ha una valenza geopolitica, ma l’aspetto commerciale é predominate perche garantisce al Giappone uno sbocco commerciale in un Paese, che pianifica di costruire nei prossimi 10-20 anni oltre venti centrali nucleari. L’industria nipponica ha già sviluppato e sta esercendo un prototipo di reattore a gas ad alta temperatura (HTGR) per la produzione d’idrogeno e atto ad essere accoppiato a un impianto per produrre metanolo attraverso la  gassificazione del carbone . L’India alla COP 21 ha fatto capire che sul carbone punta alla gassificazione in piccoli reattori ad alta temperatura. Così la Cina e l’India stanno per diventare protagonisti in assoluto della cosiddetta “Methanol Economy” . L’accordo é anche una grande opportunità offerta alle imprese multinazionali giapponesi , che devono confrontarsi anche con le imprese cinesi e coreane che stanno mettendo a segno importanti accordi in diversi Paesi.

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